LA STORIA

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Gli inizi

La Compagnia Italiana Magneti Americani fu fondata nel 1915 e venne rilevata da Giovanni Pomati e un suo compagno d’armi alla fine della Grande Guerra, nel 1922.

Lo scopo della Società era la manutenzione e la costruzione dei magneti d’accensione e dell’impianto elettrico delle vetture e degli autocarri impiegati nella spedizione americana in Europa durante la Prima Guerra Mondiale.

La sede era in Casa Tanzi, in Largo Donegani, a Milano. Il nome venne cambiato in Compagnia Italiana Magneti Accessori.

Subito dopo la Grande Guerra il momento era particolarmente favorevole per il settore automobilistico. Inoltre l’azienda, che si era fatta conoscere per la manutenzione ai loro prodotti, ottenne la rappresentanza per l’Italia dei due maggiori costruttori di magneti e impianti elettrici americani: American – Bosch ed Eiseman. Successivamente la Compagnia Italiana Magneti e Accessori fu scelta anche dall’inglese Lucas, una delle più grandi società al mondo di quei tempi nel settore.

Produrre

Con l’avvento del fascismo i paesi anglosassoni decisero di limitare le esportazioni verso la Germania e l’Italia. Giovanni Pomati ebbe dunque l’intuizione di affiancare all’attività di manutenzione e vendita la produzione in Italia di alcuni manufatti che precedentemente venivano importati dall’estero.

All’inizio degli anni 30 venne inaugurato a Milano lo stabilimento produttivo in Via Fabio Filzi, a fianco della futura Stazione Centrale a quel tempo in costruzione. La scelta di produrre si confermò quella vincente: nel 1935 la Società delle Nazioni, in seguito all’aggressione italiana in Etiopia, decreterà infatti le “Sanzioni Economiche”contro l’Italia, che non potrà importare quasi più nulla dai paesi occidentali.

Pochi anni dopo l’apertura del primo stabilimento ne venne inaugurato un altro in via Volta, dedicato alla produzione di pompe ad iniezione dei motori diesel.

La seconda guerra mondiale

All’inizio della Guerra l’attività non sembra subire rallentamenti: le forniture per i mezzi civili diminuiscono ma crescono quelle militari.
L’azione bellica dell’Aeronautica Inglese fu quasi inesistente sino al 1943, quando avviene il primo bombardamento a tappeto di Milano.
Il lancio di una grandissima quantità di spezzoni incendiari provocò una enorme quantità di incendi, che ebbero un effetto devastante sulla città e i suoi abitanti.
I due stabilimenti principali della CIMA furono entrambi rasi al suolo dalle bombe ma fortunatamente si salvò un magazzino sotterraneo decentrato rispetto a loro e che risulterà importantissimo per il futuro : ai tempi i capannoni industriali e i tetti delle abitazioni erano in legno, quindi facilmente infiammabili.

Gli anni che seguirono furono particolarmente bui: il lavoro si paralizzò, e il governo non riuscì a pagare i Danni di Guerra (che verranno risarciti solo nel 1970).
L’azienda si trasferì in una sede di fortuna a Niguarda, dove lentamente si cominciarono a rimettere in efficienza macchine e attrezzature.

Il dopoguerra

Intorno al 1950 cominciò la ripresa economica, ma CIMA perse la rappresentanza della Lucas, che costituiva all’epoca una parte importante del fatturato: l’azienda inglese aveva deciso di aprire una filiale diretta in Italia.

In quegli anni ricominciò la produzione: prima in uno stabilimento in Via Padova, poi in via Leoncavallo.

Con l’ingresso in Società dell’Ingegner Franco Pomati, figlio del fondatore Giovanni, si abbandona la costruzione dei ricambi elettrici per auto, riprendendo a lavorare per le Ferrovie e focalizzandosi sulla produzione di motori elettrici a corrente continua a campo avvolto. Questo tipo di motori ha vari impieghi: nell’ambito dei carrelli elevatori, per sollevamento come elettropompe o per trazione collegati a riduttori; nella nautica si utilizzano per azionare salpa ancore, gira fiocchi, rande e verricelli.

Il nuovo stabilimento

Con l’entrata in azienda nel 1985 di Luigi Pomati, nipote del fondatore, si introduce la produzione di motori a magneti permanenti e si perfezionano anche quelli a corrente alternata.
L’ufficio tecnico viene potenziato e rinnovato, e dotato di sofisticati sistemi di calcolo e di sale prova per i nuovi prodotti, per poter sviluppare le nuove linee di produzione.
Per contrastare il calo di fatturato del settore nautico l’azienda si è fortemente internazionalizzata, partecipando a fiere in Europa e in estremo Oriente e collocandosi, come del resto alle sue origini, in un mercato internazionale.

Oggi CIMA1915 esporta in tutti i continenti e continua ad investire in nuovi settori, industriali e civili, per poter affrontare al meglio le sfide del futuro.
L’azienda ha inoltre investito nella propria crescita ottenendo due importanti certificazioni:
UNI-EN-ISO 14001 (Environmental Management System) e la UNI-EN-ISO 9001 (Quality Management System).

Dopo 100 anni, i valori fondanti dell’azienda continuano ad essere gli stessi:
internazionalizzazione, sviluppo, competitività, e un ottimo rapporto con i propri collaboratori.
Giovanni Pomati ne sarebbe orgoglioso.